Spesso non si dà sufficiente importanza all’utilizzo dei font. Ecco quindi alcuni consigli per imparare a capire come utilizzarli e quali risultati si possono ottenere per il proprio business conoscendone le differenze.
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Quante volte avete osservato loghi famosi, pensando che non potrebbero essere diversamente da così, le lettere assumono un’importanza fondamentale, che arriva ancor prima del significato stesso della parola. Chiudete gli occhi e pensate ad Armani, Ferrari, oppure pensate alle locandine di film famosissimi, ad esempio Guerre Stellari, la forza e la personalità che traspare dai font utilizzati è innegabile. Esprimono emozioni forti, che potete riconoscere immediatamente. Se ci pensate bene, il fatto che in italiano siano comunemente chiamati “caratteri”, ha perfettamente senso.
Naturalmente gli esempi fatti sono di fama mondiale e chiunque è in grado di riconoscerli, anche se in pochi sono in grado di conoscere il nome del font (spesso creato ad hoc), ma in questo momento ha poca importanza, poiché non stiamo facendo una lezione per imparare a riconoscere i caratteri. Quello che invece vorremmo ottenere è una maggior sensibilizzazione sulla scelta del font da utilizzare per la propria immagine corporate, ma anche per le vostre attività di comunicazione, anche digitale. Eh sì, questa è una scelta importante, dovete farvene una ragione, la personalità e la notorietà del vostro Brand è in parte determinata dal font che utilizzerete.
Pensate per un attimo al mondo dei fumetti e al carattere che generalmente viene associato a questo mondo, ovvero il Comic Sans. Anche se questo font in particolare risulta troppo inflazionato e si tende ad usarlo sempre meno, la tipologia di carattere resta sempre la stessa, lettere paffute e tondeggianti. Immaginate però di andare in edicola a comprare un fumetto, e di scoprire che è tutto scritto con un carattere gotico, rendendo la lettura faticosa e poco piacevole. Certo, questo è un esempio estremo, ma non è un errore così poco diffuso. Spesso capita, soprattutto quando non ci si rivolge a professionisti, che venga scelto un font basandosi su gusti personali, che nella maggior parte dei casi non ha alcuna attinenza con quello che si intende comunicare.
Prima di proseguire facciamo un breve inciso. Dato che non tutti hanno dimestichezza con i font, è utile dare una piccola infarinatura per comprendere meglio quello di cui stiamo parlando. I font, o caratteri, si suddividono principalmente in due grandi categorie: graziati e bastoni, o più comunemente serif e sans serif. La differenza sostanziale è data dalle estremità delle lettere, che nei caratteri serif hanno terminazioni allungate e addolcite (le “grazie” appunto), ideali per agevolare la lettura, sono i caratteri più usati nella stampa tipografica. I caratteri sans serif, invece, hanno terminazioni decise e secche, non aggraziate, per questo motivo vengono considerati più moderni rispetto ai serif. Per via della forma semplificata sono anche uno standard nel mondo digital, ma di questo parleremo più avanti. Fra i caratteri serif i più famosi troviamo il Times, il Palatino e il Georgia, mentre i sans serif sono caratteri tipo l’Helvetica, l’Arial e il Tahoma.
Questa piccola precisazione non servirà a chiarirvi le idee su quale scegliere e quando. Questo è un compito arduo e serve molta professionalità. Ma può aiutarvi a capire il perché potrebbe valere la pena fare una valutazione del font da utilizzare. Ogni font ha un suo significato, un po’ come i colori, e a seconda di quello che si intende comunicare e il tono che si vuole utilizzare, occorre valutare le diverse possibilità di font.
Per portare un esempio che è passato alla storia, potremmo citare il Gotham, carattere utilizzato nella campagna politica di Obama. Creato da un certo Tobias Frere-James nel 2000, il Gotham è diventato simbolo di onestà, e dopo la vittoria si è anche meritato associazioni con il successo. È una font tutto sommato semplice, senza grandi peculiarità, è privo di grazie ed è caratterizzato da lettere solide e dure. Chiaramente nel caso di Obama serviva un carattere che fosse in grado di esprimere sicurezza e chiarezza. Immaginate che differenza se avesse usato un Comic Sans!
Il designer Daniel Will-Harris ha detto: “Non ci sono font belli o brutti. Esistono solo font adeguati o inadeguati a un progetto”, una grande verità detta da un esperto. Non bisogna mai dare valutazioni personali su un font, perché il fatto che non piaccia non significa che non funzioni. Bisogna essere in grado di porsi degli obiettivi, studiando in anticipo quali reazioni e quali emozioni si vogliono raggiungere. Solo in questo modo il Brand ne avrà un giovamento notevole.
Per quanto riguarda il web le regole sono un po’ diverse. Se per la carta stampata si tende ad usare font graziate per aumentare la leggibilità, soprattutto nei testi lunghi, per il modo digitale il discorso cambia. Esistono regole precise, che impongono l’utilizzo di font standard definiti “Web Safe Fonts”, ovvero caratteri compatibili e trasversali a tutti i sistemi operativi. Fra questi troviamo Arial,Courier New, Georgia, Times New Roman, Verdana, Trebuchet MS e Lucida Sans. In alternativa si possono utilizzare i Google web fonts, una variegata libreria online composta dai migliori font open-source presenti in rete, grazie a cui è possibile dare maggiore personalità rispetto ai font di sistema standard descritti in precedenza, e di conseguenza di dare una forza comunicativa all’intero progetto web che fino a pochi anni fa sarebbe stato impossibile raggiungere. Ma attenzione all’uso dei Google web fonts. Un impiego eccessivo o la scelta di font sbagliati può portare a forti rallentamenti nella navigazione e nella fruizione. Bisogna quindi sempre orientarsi alla massima performance che un font può offrire in termini di “peso” e leggibilità sui diversi dispositivi digitali.
Le cose da sapere sull’utilizzo dei font, sia per quanto riguarda il web, sia per quanto riguarda la carta stampata, sono davvero molte, la maggioranza delle quali molto tecniche. Riguardano principalmente leggibilità, e resa di stampa, sui diversi supporti. Insomma, occorre essere dei professionisti.