Tutto cambia, anche il mondo del design digitale. In un tempo record siamo passati dal Flat Design al Material Design. Un’evoluzione importante che mette sempre più al centro l’utente e la sua esperienza di navigazione. Scopriamo quindi insieme quali sono le caratteristiche del linguaggio di design ideato da Google per migliorare l’interfaccia dei suoi prodotti.
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Probabilmente non ne avete mai sentito parlare, o se vi è capitato l’avrete liquidato come fenomeno di moda che non vi riguarda per nulla. Invece piano piano, da fenomeno di tenenza, è diventato realtà. Google dall’alto della sua lungimiranza ha realizzato un nuovo linguaggio di design entrato ormai nell’uso quotidiano, tanto da non poter nemmeno più immaginare di creare un sito o un’applicazione che non risponda ai fondamentali requisiti del Material Design.
Facciamo subito una premessa per rassicurarvi, non siamo qui per cercare di impartirvi una lezione teorica su un tema così articolato e complesso. Vogliamo soltanto offrirvi un mezzo per imparare a individuarlo quando vi ci imbattete e soprattutto comprendere quali benefici potete ottenere per il vostro Brand adottando un cambiamento in termini di interfaccia grafica, per rispondere ai severi requisiti del Material Design.
Alcuni di voi si staranno chiedendo quando è successo che dal Flat Design, nato praticamente l’atro ieri, si è passati al Material Design, nato tra ieri e oggi. La risposta è sempre la stessa, tutto corre sempre più veloce e con buone probabilità mentre state leggendo questo articolo, qualcuno sta gettando le basi per la rivoluzione digitale di domani. Arrendetevi all’idea, restare al passo ormai è una necessità, non solo per il vostro Brand, ma anche per voi stessi.
Ok, ma quindi, di cosa stiamo parlando? Cos’è il Material Design? Il concetto non è semplice, quindi prima di spiegarvelo forse è meglio che diate un’occhiata a questo bellissimo e brevissimo video
Ora che avete in testa delle immagini, possiamo cercare di dare una definizione che renda l’idea più chiaramente. Con il termine di Material Design si intende un linguaggio di design dove le forme, da piatte e grafiche acquisiscono lo spessore della materia, rendendole simili a quelle reali. L’idea è quella di imitare oggetti concreti, come la carta, che attraverso luci e ombre, possono offrire ombre e sfumature, mostrando gradazioni di toni e cambiare dimensioni con dei semplici tagli e pieghe. Il Material Design utilizza inoltre, proprio come il Flat Design, una palette di colori piuttosto accesa e vivace.
Se ancora non è chiaro, proviamo con una citazione di Matìas Duarte, il designer che ha sviluppato questo nuovo sistema per Google:
“Proprio come la carta, il nostro materiale digitale si può espandere o restringere riformandosi in modo intelligente. I materiali hanno superfici fisiche e bordi. Cose come ombre e cuciture forniscono il significato di quello che tocchi.”
Se vi soffermate a pensare con attenzione, vi renderete conto che il Material Design è la conseguenza logica dell’evoluzione del mondo digital nelle nostre vite. Passiamo sempre più tempo davanti a PC, smartphone e tablet e dispositivi mobili in generale, viviamo una vita virtuale piuttosto intensa e i gesti diventano sempre più intuitivi. Diamo per scontato che una determinata schermata reagisca al nostro tocco esattamente come vorremmo, di fatto il risultato si ottiene perché qualcuno ha creato i presupposti per cui l’esperienza d’uso imiti il più possibile la realtà.
La caratteristica fondamentale del Material Design, come anticipato prima, non è solo quella di proporre elementi grafici fini a sé stessi, ma superfici concrete, tangibili, fatte di materia, che attraverso l’utilizzo di livelli e ombre possono mostrare diversi contenuti. Immaginate per esempio il bordo di una rubrica in carta; le superfici offrono una tridimensionalità fatta di ombre e rilievi e, in alcuni casi, ogni lettera ha un colore diverso. Se riuscite a visualizzarla e ne capite la forma, vi state avvicinando alla logica del Material Design. Ogni livello grafico attribuisce una differente priorità a seconda della posizione, proprio come fossero appoggiati l’uno sull’altro.
Altri requisiti fondamentali del Material Design sono le animazioni, niente più movimenti sensazionali, buffi e pirotecnici, solo movimenti funzionali che garantiscano la miglior user experience, in pratica anche i movimenti diventano smart! E infine una maggiore accuratezza nell’uso e nello spazio dedicato ai font, anzi al font, sì perché Google ha ideato un font che rappresenti e risalti al meglio il Material Design, ovvero il Roboto (scaricabile gratuitamente).
Naturalmente il tutto deve essere condito da una forte componente di adattabilità al mezzo, in pratica deve essere responsive! E qui, se proprio non siete ferrati sull’argomento, possiamo permetterci di indirizzavi verso un nostro articolo in cui spieghiamo perfettamente questo tema: “Dove vai se il sito RESPONSIVE non ce l’hai?”.
Sappiamo perfettamente che questo tema non è semplice, e che potrebbe risultare poco immediato comprendere di cosa stiamo parlando. L’importante è che capiate che si tratta una vera e propria evoluzione, che con buone probabilità servirà da base per le innovazioni di domani.
Ora probabilmente vi sentirete confusi e nemmeno molto felici. Questo per voi si potrebbe tradurre in nuovi e ingenti investimenti, per apportare alcune migliorie all’immagine del vostro Brand digitale. Ma provate a vedere le cose sotto la giusta prospettiva: ogni cambiamento può essere l’opportunità per un miglioramento. Il cambio dell’immagine, un’attenzione alle innovazioni, la voglia offrire sempre qualcosa di nuovo all’utente, sono tutti mezzi fondamentali per aumentare la notorietà di marca del proprio Brand e al tempo stesso diventare un punto di riferimento per tutto il settore. Il consiglio che possiamo darvi è di non aspettare il momento in cui dovrete per forza adeguarvi, ma di essere coloro che trascineranno la concorrenza verso un rinnovamento. C’è una grande differenza e saranno in molti ad accorgersene.